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​"Io sono io. Tu sei tu.
Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.
Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative. 

Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa. 
Se ci incontreremo sarà bellissimo; 
altrimenti non ci sarà stato niente da fare.

Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa. 
Se ci incontreremo sarà bellissimo; 
altrimenti non ci sarà stato niente da fare.


"se ti assumi la responsabilità di quello che stai facendo, del modo in cui produci i tuoi sintomi, del modo in cui produci la tua malattia, del modo in cui produci la tua esistenza - al momento stesso in cui entri in contatto con te stesso - allora ha inizio la crescita, ha inizio l'integrazione" 


"assumersi responsabilità per un altro, interferire con la sua vita e sentirsi onnipotenti sono la stessa cosa" 
"sarò con te. Sarò con te con il mio interesse, la mia noia, la mia pazienza, la mia rabbia, la mia disponibilità. Sarò con te [...] ma non ti posso aiutare. Sarò con te. Tu farai quello che riterrai necessario"

"La consapevolezza di per sé può essere curativa. Dato che con una piena consapevolezza si diventa autoconsapevoli dell’autoregolazione dell’organismo, si può lasciare che l’organismo prenda in mano la situazione senza interferire, senza interrompere: della saggezza dell’organismo ci si può fidare. Di contro a questo atteggiamento troviamo l’intera patologia dell’automanipolazione, del controllo ambientale e via dicendo, che interferisce con i sottili meccanismi dell’autoregolazione dell’organismo”


Friedrich Salomon Perls

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terapia della Gestalt

Gestalt è un termine tedesco che significa "mettere in forma, dare una struttura significativa." La teoria psicologica ha origine dalla visione secondo la quale il soggetto organizza la percezione sulla base di elementi significativi per sè. L'esempio delle immagini ambigue fa comprendere come gli stimoli possano essere organizzati in svariati modi: la persona può, ad esempio, essere concentrata nel vedere un vaso, ma cambiando prospettiva riesce a vedere anche due visi che si incontrano. L'immagine emerge sempre da un determinato sfondo ed è solo il rapporto tra queste due che gli da un senso. Allo stesso modo avviene in tutte le esperienze di vita. 

Dunque la terapia si configura non come guarigione, intesa come ritorno ad una presunta "normalità", ma come comprensione al fine di trovare un adattamento specifico, utile al mantenimento e allo sviluppo di un benessere per la persona. E', dunque, importante capire in che modo il soggetto ha focalizzato quell'immagine e come è possibile recuperare elementi dello sfondo utili a dargli una visione più completa e funzionale per sè.

La terapia quindi può essere definita come una terapia del "contatto", ossia contattare tutti gli aspetti della propria esperienza per poterne costruire una nuova forma, una nuova Gestalt.

"La Gestalt favorisce un contatto autentico con gli altri e con sé stessi, un adattamento creativo dell'organismo all'ambiente, unitamente ad una presa di coscienza di quei meccanismi interiori che troppo spesso ci spingono ad agire in comportamenti ripetitivi. (...) Non mira semplicemente a spiegare le origini delle nostre difficoltà, bensì a farci sperimentare il percorso per nuove soluzioni". (Ginger 1990, p. 20)

 

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