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Vacanze: sappiamo staccare la spina?


"Ah! Finalmente le vacanze: ho proprio bisogno di staccare la spina.": questo modo di dire viene spesso utilizzato quando abbiamo bisogno di una pausa, per esempio, in questo periodo estivo. Ma cosa ci porta a quest'esaurimento di energie? E come possiamo "ricaricarci" davvero con una pausa?


La risposta, per quanto possa sembrare paradossale è nell'essere presenti. Si potrà pensare "ma come io voglio staccare da tutto, assentarmi dagli impegni"!

Invero la presenza è l'unica strada che ci porta a stare esattamente dove siamo:

 

"Quando sono con loro o alle prese con i loro compiti, non sono altrove".

Aggiunse: "Ma quando sono altrove, non sono proprio più con loro".

 

Ho trovato questa frase di un libro di Pennac ( "Diario di scuola") particolarmente chiara e illuminante: ossia per essere presenti, assolutamente, in ciò che stiamo facendo, nel posto in cui lo stiamo facendo e nel momento in cui lo stiamo facendo, dobbiamo staccare la nostra presenza da altro. Allora stiamo in vacanza e, godendocela, possiamo staccare da ciò che ci ha impegnato precedentemente. Spesso ci sentiamo esauriti proprio perché, in vacanza o in una qualsiasi semplice pausa, non "stacchiamo" mai realmente: perché pensiamo a quello che non ho fatto, dovrò fare, al lavoro che mi aspetta a settembre, alle preoccupazioni, agli impegni. Con il corpo siamo in un posto, ma con la mente siamo totalmente altrove: la nostra presenza è "assente". Allora possiamo provare calarci completamente nell'esperienza che stiamo vivendo per stare lì, presenti, nel qui ed ora, e goderci la vacanza, la pausa, il momento.


Ecco dunque alcuni piccoli suggerimenti che possono aiutarci a Stare:

  • Attenzione al cellulare: in una realtà iperconnessa è molto semplice stare lontani, distrarsi. Proviamo a ridurre l'accesso ad internet e a lasciare il cellulare lontano da noi o, "addirittura", a casa. Quando senti che sei "risucchiato" dalla rete (girare senza una logica per i siti, scorrere compulsivamente Facebook, immagini, senza guardare niente) nota il tuo corpo, prova a fare un respiro, chiudi il cellulare e guardati intorno. Nota dove sei, poni attenzione a te e a quello che ti circonda. Ritorna nel posto in cui sei.

  • Rallentiamo i pensieri che vanno in loop: quando ci accorgiamo che la nostra mente divaga, che si allontana per troppo tempo, che si incastra come in un turbinio che sembra un circolo vizioso, cerchiamo di fermarci. "Devo fare questo, avrei dovuto fare quell'altro, come farò con quel lavoro, perché se succede questo, questo, quest'altro....ecc...aaaaaah" manca l'aria solo a scriverlo! Dunque, proprio dall'aria possiamo partire per fermarci: attraverso il respiro. "Non si può respirare se non nel momento presente": proviamo, in quel momento, a spostare la nostra attenzione dai pensieri al nostro respiro, portando la nostra consapevolezza, semplicemente e senza modificare, alla nostra ispirazione e alla nostra espirazione. Sentiamo, ritmicamente, l'aria che entra e ci riempe e l'aria che esce e ci svuota. Poi percepiamo le sensazioni del nostro corpo e, se siamo in movimento, percepiamo i nostri passi, i nostri piedi che si appoggiano. Il nostro stare fisicamente lì. Torniamo, semplicemente, a noi stessi per quanto possiamo e per ciò che siamo.

  • Soddisfiamo piccoli desideri: cerchiamo cose che ci piacciono, ci rilassano, ci entusiasmano ossia, semplicemente, che ci fanno stare bene.

  • Nutriamoci: non solo fisicamente, scegliendo momenti in cui gustare con il palato qualcosa di buono ma anche condividendo, in convivialità, questo momento. Nutriamoci anche gustando un buon libro, della bella musica, uno spettacolo che ci interessa, una passeggiata che volevamo fare. Cose semplici, cose che ci fanno sentire più vicini, più simili, a noi stessi.

Ed ora... Buone vacanze a tutti.


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